(1952.02) Tattiche antifasciste

I nostri antifascisti per antonomasia continuano nel solito imbroglio demagogico dell'agitare lo spettro del pericolo fascista di fronte alla classe operaia, e la chiamano ad agitarsi, a protestare, a dimostrare contro un preteso ritorno di fiamma della "reazione in agguato": che tutta questa montatura tenda al solo scopo di distrarre l'attenzione della classe operaia da problemi molto più concreti riguardanti l'insieme della società capitalista – la vera reazione antioperaia – è per noi chiarissimo, anche se altrettanto non è per gli operai, presi in una girandola di agitazioni e di parole d'ordine tanto più sconce quanto più riescono nel loro obiettivo d'impedire alla classe proletaria di assumere una posizione frontale, violenta, sia contro quei poveri nostalgici relitti fascisti, ai quali del resto una lezione andrebbe a fagiolo, sia, ed è molto più importante, contro la classe capitalista con tutte le sue forze, fra le quali collochiamo anche le gerarchie dei partiti e dei sindacati del tradimento operaio.
Ma il ruolo controrivoluzionario dello stalinismo si rivela, oltre che nel lancio di parole d'ordine diverse, nella beffa che, nel quadro della sua stessa politica, gioca agli operai illudendoli di organizzare una lotta che in realtà non ha nessuna intenzione di condurre. Ultimo episodio in ordine di tempo quello del comizio fascista tenuto il 12 u.s. a Milano, cui dovevano intervenire Graziani e Borghese. Dopo di avere, per tutta la settimana precedente, incitato gli operai ad impedire che lo sconcio avvenisse, i socialcomunisti organizzarono a loro volta un'adunata alla C.d.L., alla stessa ora e in luogo diverso; gli operai, che vi si recarono nella convinzione di ricevere ordini per un'azione diretta a sventare – secondo gli an-nunci e le minacce ripetuti per diversi giorni – l'adunata missina, si ebbero invece un'esibizione di oratoria tanto bollente quanto inutile, e, mentre il comizio durava, il M.S.I. poteva iniziare e concludere la sua manifestazione. E la bolla di sapone svanì fra il malumore e la delusione degli operai.
Disorientare prima, gabbare poi: eterna tattica del trasformismo che, in definitiva, è il complemento necessario del fascismo. Simbolo di questo lavoro di spola, al comizio della C.d.L. presenziava "Ulisse", colui che, nella pratica del doppio gioco, ha soltanto cambiato camicia.
Col che chiediamo scusa alle camicie in genere.
Il milanista

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